Vita sociale dei cani
– da Erika Stolze, Biologa –
Questa è Aurora, che vive in un canile nel nord Italia insieme ad una quarantina di altri cani di tutte le misure e formati. Ispirato dai libri e dai video di Maja Nowak (1) ho iniziato quest’estate a studiare i cani lì per conoscerli più da vicino e per osservarli nella loro vita assieme. Sono ancora ai primi passi delle osservazioni e delle ricerche, ma loro mi hanno già fatto vedere molto.
Aurora per esempio, cosa vediamo nella foto, come si sente o come si inserisce nella situazione, qual è il suo atteggiamento nei confronti della persona all’altro lato del guinzaglio? Cerca la vicinanza o la distanza? Se guardiamola bene, più da vicino, diventa chiaro che lei in questo momento non vuole essere toccata in modo intimo dalla persona che tiene il guinzaglio. Verso l’esterno sembra docile e verso l’interno è chiaramente distante e riservata. Ovviamente si tratta di una cagna timida, ma dentro è calma, ferma e forte nel suo carattere. In naturale convivenza con i conspecifici, Aurora probabilmente avrebbe un ruolo di guida nella parte posteriore del branco a causa della sua introversione e grande forza e solidezza.
Questa valutazione si basa su una logica che descrive un ideale. Di seguito ne parlerò più in dettaglio e lo illustrerò con vari esempi. Naturalmente resta da vedere fino a che punto la realtà effettivamente osservata corrisponda all’idea teorica. L’osservazione di un gruppo di cani in un’area esterna recintata per un periodo di tempo più lungo potrebbe fornire alcune risposte a questa domanda molto interessante su una vita sociale dei cani, che è probabilmente più differenziata di quanto si pensasse.
C’è anche il Maverick (vedi la foto). Si può immaginare che lui forma una impressionante personalità distinta.
Anche Maverick vive in questo canile. È un appassionato cacciatore di lucertole e serpenti, che per questo e per altri motivi non è facile da trasmettere a un nuovo proprietario. Sono stata attirata da lui interiormente per iniziare questo progetto di osservazione nel canile. La mia ipotesi è che gli animali siano per certi aspetti “più intelligenti” di quanto pensiamo. Naturalmente non possono costruire computer, ma c’è comunque qualcosa, una sorta di conoscenza immediata, anche una comunicazione, che va più in profondità, è più sottile e completa di quanto si pensi. Almeno questa è la mia impressione.
Erika Stolze, Biologa
Il testo sarà proseguito a determinati intervalli di tempo, in conformità con l’evoluzione dell’indagine.
(1) Maike Maja Nowak, “Wanja und die wilden Hunde (Wanja e i cani selvatici)” 2012 und “Abenteuer Vertrauen – Vollkommen aber nicht perfekt, was Menschen von Hunden lernen können (Avventura Fiducia – Ideale ma non perfetto, ciò che gli esseri umani possono imparare dai cani)” 2016, entrambi pubblicati da Goldmann Verlag
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